Ridendo malvagiamente vi osservo attoniti mentre battendo i piedini come una bimba dispettosa (e le mani poggiate sui fianchi, of course) emetto suoni fastidiosi che decifrati recitano supergiù così:
“Ma credevate che mi fossi dimenticata dell’Ice Cream Tour?”
Ma siampassi? (vedete? è una malattia. Se non lo dico almeno tre centinaia di volte al dì mi sento inutile. Che poi lo sia a prescindere nessuno me lo faccia notare o a schifiu finisci. Questa riscoperta sicilianità oltre a conferirmi un accento visibilmente pallemmittano mi fa venire voglia di rispecchiare i più ancestrali luoghi comuni sulla mia terra).
Parentesi chilometriche ripetitive a parte; visto che non siamo qui a contare gli stecchini dei ghiacciolini (cosa sto dicendo?) per poi farci castelli di legno, proseguiamo impavidi in questo impervio cammino che ci farà decretare il Gelato Migliore di Palermo.
Eqqquavvivolevo! Perchè la domanda che sorge spontanea è “e tu vorresti farci credere che hai provato tutte le gelaterie di Palermo in cinque giorni?”.
La risposta è: ma santapizzetta per chi mi avete preso? Non mangio carne, pesce, uova, latte, carboidrati e roba spazzatura (ok solo verdura, frutta e seitan) ma santocielo! Le granite le faccio fuori come fossi un formichiere davanti ad un branco di cosine veloci che si aggirano sopra Gran Canyon di zollette di zucchero (che è poi l’esatta immagine che sta accadendo nella mia cucina. Solo che non vi è il Gran Canyon di zucchero ma di Baygon)
Per i gelati con il latte non ho potuto purtroppo che dedicarmi a brevi assaggi. In qualche occasione mi sono detta più volte “al diavolo se c’è il latte! Voglio morire così! Con questo cucchiaino in bocca! Tra spasmi, coliche, bave, eruzioni cutanee e sputazzate” (che immagine meravigliosa è?) ma l’impavido Nippotorinese al mio fianco sempre pronto a ingurgitare qualsiasi cosa con meticolosità finiva coppette da 1,50 – 2,50 – 3,80 e nei casi più pericolosi anche da 5 euro (eccerto erano quasi cinquecento grammi!) per salvarmi la diafana pelle.